26 gennaio 2012

Pre.mio Biblioteche di Roma - Biblioincontri d'autore "Stefano Zecchi"


 Martedì 31 gennaio, ore 18.
"Quando ci batteva forte il cuore"
Autore: Stefano Zecchi,
Introduce Roberta Di Casimirro.
Biblioteca Rispoli, Piazza Grazioli 4, nei pressi di Piazza Venezia.
Biblioincontri d'autore, nell'ambito del Pre.mio 2011 delle Biblioteche di Roma.

Descrizione: Pola 1945. La storia è crudele con gli italiani dell'Istria, della Dalmazia e di Fiume: se nel mondo si festeggia la pace, qui le loro sofferenze non hanno tregua. Il dramma della gente di Pola sconvolge la famiglia del piccolo Sergio, costretta a subire umiliazioni e soprusi da parte dei nuovi occupanti slavi. La mamma di Sergio, Nives, maestra di scuola elementare, si batte con grande coraggio nella difesa dei confini della patria: colta, autorevole, fiera, raccoglie intorno a sé i propri concittadini che non intendono chinare la testa di fronte alle decisioni dei vincitori.
Anche Sergio nutre per la madre una vera ammirazione. Ha sei anni, è cresciuto con lei, ha visto il padre per la prima volta soltanto al suo ritorno dalla guerra. Per lui prova soggezione, quasi diffidenza. Intanto l'annessione dell'Italia orientale alla Jugoslavia travolge l'esistenza degli istriani. Nella famiglia di Sergio è tempo di decisioni gravi. Flavio e Sergio, padre e figlio, impareranno a conoscersi, suggellando un'affettuosa dolcissima alleanza, che li aiuterà, dopo imprevedibili avventure e grandi sofferenze, a costruire una nuova vita insieme.
Nelle pagine di questo romanzo, la rigorosa ricostruzione di un periodo terribile e ancora poco conosciuto del Novecento si accompagna a una storia intima, delicata, toccante. Stefano Zecchi dà vita a un affresco importante, che illumina il dramma di un popolo e insieme racconta tutta l'emozione di un grande amore tra padre e figlio.

2 commenti:

  1. Zecchi, Stefano
    Quando ci batteva forte il cuore

    Stefano Zecchi con Quando ci batteva forte il cuore ha vinto l’edizione 2011 del premio Aqui Storia per la sezione romanzo storico.
    Il racconto si apre nell’autunno del 1943 a Pola con il ricordo delle stragi operate dall’esercito titoista che anticipano la pulizia etnica della primavera del 1945 che costrinse gli italiani all’esodo a centinaia di migliaia.
    La testimonianza dell’autore è di una attualità straordinaria nel momento in cui c’è un bambino di 6 anni che abbandona l’Istria in compagnia del padre (recuperando un rapporto che era compromesso dalle vicende del libro) e lascia a casa la madre ed i nonni materni prima della formazione della Iugoslavia federale perseguita dalle mire annessionistiche di Tito.
    L’autore scambia le parti, la relazione padre/figlio è diversa da quella madre/figlio, la madre rappresenta la protezione, il padre sono le radici, la storia; il padre è la nostra storia, è ciò che ci lega alla memoria della nostra realtà, nel tempo e nella storia rimaniamo fedeli alle cose importanti, la vera infedeltà è dimenticare.
    Il romanzo si snoda tra le pieghe della grande Storia che ha attraversato l’Europa, nelle pagine di storia non raccontate in questo anniversario: l’esodo giuliano-dalmata, una macchia nera nella storia d’Italia. Sono narrati i fatti caduti nel “silenzio storico” poichè non entrati a far parte della consapevolezza storica del Paese ma rimasti confinati nella coscienza locale, la famiglia di Pola è il simbolo di tutti gli esuli.
    È un libro di ricostruzione di un tassello psicologico della storia, in primo piano la questione sull’identità di ruolo del padre.

    Carmen Giagnacovo (Circolo LUMSA)

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